La nostra fattoria didattica per bambini
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Come noto da qualche anno impazza nel nostro paese la cultura della differenziazione nei rifiuti. Senza badare alle comunità più o meno virtuose, va rammentato che, grosso modo dovunque, la differenziazione passa per le seguenti macro categorie, da conferirsi e smaltire in via distinta e separata:
Categorie a parte costituiscono le pile scariche, i farmaci scaduti e le apparecchiature elettroniche o parti di esse, che sono considerati speciali e che vanno conferiti in appositi siti. Anche nella nostra azienda, come in tutto il territorio comunale, si usa il descritto metodo; noi cerchiamo di essere il più autonomi possibile. Difatti, fermo il conferimento di PLASTICA e METALLI, VETRO, CARTA (insieme ai metalli ove non altrimenti riutilizzabili in azienda) ed INDIFFERENZIATO, tratteniamo l’UMIDO per trasformarlo ed utilizzarlo in azienda, allo scopo di creare un circolo chiuso per la concimazione e l’arricchimento dei terreni coltivati ad orto. La nostra metodologia si prefigge infatti lo scopo di stoccare i rifiuti organici nell’ambito dell’azienda agricola (nel nostro caso, a quelli di origine domestica, si aggiungono anche le deiezioni provenienti dall'orto e dall’allevamento degli animali), per il successivo corretto utilizzo a beneficio delle altre attività aziendali. Quanto alla correttezza del metodo di differenziazione, va subito chiarito che l’UMIDO viene comunemente ed ovunque separato, motivando la scelta dei materiali da conferire con il destino alla fertilizzazione delle terre di coltura; le informazioni di massa, però, non chiariscono alcuni aspetti peculiari della questione, forse perché la spiegazione di troppi dettagli risulterebbe incompatibile con il grande numero dei destinatari delle stesse. Tuttavia, poiché siamo fermamente convinti del fatto che la scelta del giusto comportamento da adottare sia indissolubilmente legata ad un’adeguata formazione culturale del soggetto che deve operare la scelta, riteniamo indispensabile porre l’attenzione su alcuni aspetti che vanno oltre la divulgazione superficiale dei criteri di differenziazione. In buona sostanza, dopo aver rammentato che l’umido, completamente composto da materia organica, trascorso un certo lasso di tempo e per l’intervento di esseri viventi all’interno di esso (dapprima micro organismi, invisibili ad occhio nudo, poi organismi via, via più complessi, come ad esempio i lombrichi), si trasforma in compost (una sorta di terriccio scuro, ricco di elementi nutritivi che può essere utilizzato al posto del concime), va sottolineato il fatto che non tutto l’organico si trasforma con la medesima velocità, utile a garantirne l’economico riutilizzo in termini di fertilizzante. Infatti, mentre l’umido ordinario (foglie, rametti, bucce e torsoli di frutta, gusci d’uovo opportunamente triturati, carta bianca ecc.) si decompone in compost nel giro di un anno circa (intervallo di tempo che può essere ridotto tramite l’introduzione di opportuni accorgimenti), materie organiche quali ossa (di carne o di pollo), valve di molluschi, lische di pesce, o altro organico di trama grossa come le bucce degli agrumi, che hanno peraltro consistenza cerosa che li preserva a lungo, non si decompone con uguale velocità e non può essere riutilizzato tal quale; a ciò si aggiunga che residui di carne o di pesce, nella fase di decomposizione che prelude la formazione del compost, possono emanare cattivi odori, difficilmente movibili e/o arginabili, che potrebbero attirare ospiti indesiderati. E’ per questo motivo che, nella nostra azienda, l’umido viene ulteriormente suddiviso. |