La nostra fattoria didattica per bambini

 

Lola

 

Azzurra e Procolo

 

Tara

 

 

La conduzione di un’azienda agricola non può, a nostro avviso, prescindere dalla presenza di animali; dalla notte dei tempi, infatti, questi accompagnano la vita dell’uomo e la nostra, in campagna, prevede, in primo luogo, l’insostituibile presenza di cani e gatti.

Ci confortiamo dei primi, quando, nella notte buia cui non siamo abituati per essere nati cittadini metropolitani, ne udiamo i latrati che tengono lontani i malintenzionati e che abbiamo imparato a distinguere se diretti ad avvisarci della presenza di esseri umani, ovvero di animali, estranei all’azienda.

Sentire qualcuno che ti ama vegliare su di te in ogni attimo ha un che di confortante legato a ricordi ancestrali insiti in ogni essere umano; la specie canina, ancorché troppo sovente mal ripagata, è esempio di amore e dedizione che noi, a nostra volta innamorati, non siamo in grado di scorgere così chiari in altri animali.

I nostri gatti, con i quali, colpevoli anche di ignoranza, siamo meno avvezzi a trattare (entrambi, da bambini, abbiamo posseduto solo cani), ci dispensano, comunque cortesi, le loro cure impedendo che piccoli roditori, naturalmente presenti in campagna e che a Casa la Selva non vengono sterminati con l’uso di veleni pericolosi e crudeli, invadano la nostra casa; in cambio non pretendono nulla e ci fanno pure le fusa.

Cani e gatti sono presenze usuali anche in città, ma qui lo spazio a disposizione ci ha dato la possibilità di introdurre anche altri animali, scelti fra quelli normalmente catalogati quali “da utilità” in quanto l’uomo, per motivi troppo complessi e lunghi per essere qui esaminati, ha preso il sopravvento su essi al principale scopo di trarne nutrimento.

Lacciuoli culturali non ci permettono ancora di sovvertire questo ordine di cose e tuttavia, nella nostra azienda, le attività di allevamento di animali cresciuti a scopo alimentare (nella misura atta al solo consumo familiare) segue rigidi principi che garantiscano il benessere psico – fisico degli stessi, sulla base delle teorie divulgate dalla scienziata americana Temple Grandin; si tratta, in poche parole, di studiare attentamente gli usi di vita della specie da ospitare e di creare per essa l’habitat ottimale perché possa condurre, ancorché in cattività, lo stile che le è più congeniale.

Questo perché ogni essere vivente merita, in primo luogo, rispetto.

Dall’allevamento animale, vista anche l’importanza e l’urgenza cui sta assurgendo, ai giorni nostri, la necessità di separare i rifiuti, è scaturita poi l’esigenza di adottare un ciclo virtuoso per la separazione di essi, sia provenienti dall’orto che da origine domestica, con i residui organici entrambi in parte riutilizzabili per l’alimentazione delle specie allevate; inoltre, i residui provenienti dall’allevamento medesimo vengono, insieme all’organico non utilizzato per la nutrizione, impiegati nell’ambito dell’attività agricola complessiva.

Avendo toccato con mano la difficoltà di attuare una corretta differenziazione (Lui: - mi sento continuamente frustrato: proprio non riesco a ricordarmi in quale secchio devo buttare cosa … - Lei: - Ho sempre le mani nella spazzatura: nessuno in questa casa riesce a smaltire ogni cosa al suo posto! -), riteniamo che la materia meriti un’adeguata preparazione culturale.

Ciò con l’auspicio che figli e nipoti non debbano mai chiedersi “cosa buttare dove”, divenendo la differenziazione dei rifiuti un automatismo correlato a digerita conoscenza del “perché e del come” si distinguano gli scarti.

Da questo è nata la nostra idea di impiantare un’attività di fattoria didattica perché le nuove generazioni siano consapevoli del rispetto che merita ogni creatura e per l’insegnamento e la divulgazione dei metodi da noi utilizzati nell’allevamento e nel ciclo di differenziazione.

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